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Blog Tour “Agnese, una Visconti”

Quando leggere è una passione che ci accompagna per la maggior parte della vita, e il libro è il nostro fedele compagno di viaggio ovunque andiamo, capita di fare la conoscenza di persone che proprio come noi amano i libri. Questa piccola breve parentesi per salutare con tutto il cuore Eliana della casa editrice Scrittura e Scritture e lo staff di Thriller Storici e Dintorni che hanno organizzato questo bellissimo -come sempre- blog tour.

Usi e costumi nel 1300 nel nord Italia

Eccoci arrivati all’ultima tappa del Blog Tour dedicato ad “Agnese, una Visconti” di Adriana Assini. In questa tappa ci soffermeremo sugli usi e costumi in voga nelle corti del Nord Italia nel 1300, epoca in cui è ambientato questo bellissimo romanzo. Il XIV secolo è un periodo cruciale nella storia della nostra penisola, è in questo momento che si affermano le grandi famiglie che daranno vita all’epoca delle signorie. Nel nord Italia la situazione è particolarmente complessa, dal momento che sono molte le famiglie in lotta per il potere. Senza dubbio i personaggi del romanzo sono protagonisti indiscussi della Storia del periodo, i Visconti a Milano infatti, insieme ai Gonzaga di Mantova, dominavano un’ampia fetta di territorio, e intorno alle loro corti gravitava un grande numero di cortigiani, saltimbanchi e poeti, anche se la maggior occupazione dei Signori dell’epoca consisteva probabilmente nel complottare per evitare che una famiglia estendesse troppo il suo dominio a discapito delle altre, e i tradimenti erano all’ordine del giorno. Ma in questo frangente vorrei soffermarmi maggiormente su qualche aspetto del modo di vivere dell’epoca, e non c’è modo migliore di iniziare che immaginarsi un po’ con chi abbiamo a che fare attraverso il loro modo di vestire.

La moda nel 1300

Il XIV secolo è un periodo molto importante per la storia della moda: è proprio in questo periodo che nasce l’esigenza di avere dei capi di vestiario che si adattino maggiormente al corpo di chi li indossa. È proprio in questo periodo che nasce la sartoria: si diffonde l’uso di lacci e bottoni e le cuciture si fanno più raffinate. Le nuove mode in fatto di vestiti provengono principalmente dalla Francia, e si diffondono rapidamente nelle corti europee, non fanno eccezione in questo le grandi Signorie del nord Italia, come i Visconti e i Gonzaga.

Nel corso del secolo gli uomini passarono dai lunghi soprabiti a capi più corti, che arrivavano alla vita; indossavano calze lunghe di colori brillanti che venivano fissate ai calzoncini (l’intimo medievale, per così dire) o ad una giacca che si chiudeva sul davanti. La moda femminile invece prevedeva una tunica lunga, chiamata cotte, che arrivava ai piedi ed aveva uno strascico se si trattava di abiti per situazioni formali. In questo periodo si diffonde l’uso della houppelande, o pellanda, che aveva la vita alta e le maniche pendenti, che veniva definita eccessiva dai più bigotti, che vedevano un eccesso nelle maniche così ampie.

pellanda maschile

Nella moda femminile avevano una grande rilevanza anche i capelli. Definiti l’arma di seduzione per antonomasia, esisteva un codice ben preciso che stabiliva il modo per mostrare la propria capigliatura in pubblico. Le adolescenti e le ragazze non promesse potevano portare i capelli sciolti sulle spalle, mentre le donne sposate spesso provvedevano a tagliare le loro chiome in segno di sottomissione al marito, oppure nascondevano i capelli sotto a copricapi. Ad ogni modo, nel 1300 era già diffusa l’arte di tingersi i capelli, il colore che era maggiormente in voga in quel periodo era senz’altro il biondo, per cui non di rado le dame erano solite applicare sulle lunghezze impacchi di camomilla lasciando poi asciugare i capelli alla luce del sole.

Un copricapo molto diffuso in quel periodo era l’Hennin, un copricapo che poteva avere uno o due coni ricoperti di veli che poi ricadevano sulle spalle della donna. Anche questo tipo di copricapo era originario del nord Europa, ma attraverso la via dei commerci presto ebbe ampia diffusione anche nelle corti italiane.

hennin

Per ciò che riguarda le calzature, un modello molto in voga alla fine del XIV secolo, proprio nel periodo in cui si svolgono le vicende di Agnese, è rappresentato dalle scarpe alla poulaine, diffusa sia tra le donne che tra gli uomini, era realizzata in cuoio ed aveva una punta lunghissima.

Ora che abbiamo immaginato come dovevano apparire i nostri compagni di viaggio, cerchiamo di capire un po’ le loro abitudini…

A tavola con Agnese

Nel medioevo il pasto era un momento estremamente importante della giornata, era un’occasione per i rapporti interpersonali e aveva un cerimoniale ben preciso, in cui ognuno aveva una propria posizione e doveva essere ben consapevole del proprio rango. La disposizione dei commensali rispettava un rigido ordine gerarchico e le personalità più importanti sedevano ai tavoli che si trovavano in posizione rialzata all’interno della sala.

banchetto medievale

Prima di iniziare a mangiare era d’uso pulirsi le mani attraverso l’uso di acquamanili e per prendere il cibo dal piatto si utilizzavano le mani, in particolare andavano usate solo tre dita: pollice indice e medio. Era chiaramente consentito l’uso del coltello per tagliare le carni, ma non quello della forchetta:

Strappò un pezzo di fagiano dal piatto comune e la portò alla bocca con la forchetta, infrangendo i divieti di cui era oggetto la posata, ascritta dalla chiesa tra gli arnesi del demonio.

Regina del pasto era senza dubbio la cacciagione, che veniva spesso servita in tavola in modo coreografico.

I passatempi medievali

Dopo un lauto pasto a base di cacciagione e vino, i signori delle grandi corti come quella dei Visconti e dei Gonzaga amavano intrattenersi con svariati passatempi. Ogni corte attirava un gran numero di giullari che con le loro celie allietavano i pasti della corte, insieme ai poeti e ai musici.

giullari musici passatempi medievali

Ma uno dei passatempi preferiti della nobiltà era la caccia, che aveva vari scopi, oltre a quello di divertire la nobiltà: per prima cosa era un’ottima fonte di selvaggina da portare in tavola durante i grandiosi banchetti, ma permetteva anche di controllare il numero di animali pericolosi (come i cinghiali ad esempio) nei boschi e soprattutto metteva in luce il coraggio e la resistenza fisica di coloro che partecipavano alle battute di caccia. In particolare per Bernabò Visconti la caccia era anche un’ottima occasione per stupire i suoi cortigiani:

Ma il pezzo forte fu quando fecero ingresso cinque pardieri, tenendo al laccio altrettanti leopardi africani addestrati al riporto della selvaggina durante la caccia.

La Peste

Nel 1383 Mantova venne colpita da una durissima epidemia di peste, che mise in ginocchio la città in brevissimo tempo.

Trascorsero un paio di settimane senza novità di rilievo. Poi la peste, che serpeggiava da mesi nei dintorni, si propagò fino a Mantova. Dalle lodi del mattino al vespro si contarono centinaia di vittime, senza distinzione d’età, di ceto, di sesso.

Allora la peste era un fenomeno a cui non si riusciva a dare una spiegazione definitiva, si credeva che traesse origine dall’eccesso d’umidità nell’aria, o dalla cattiva mescolanza di umori corporei: sangue, flemma, bile gialla e bile nera. In particolare si riteneva che la peste fosse causata dall’eccesso di sangue nel corpo che portava alla putrefazione degli organi interni. Ovviamente in un’epoca segnata da un grande fervore religioso la peste era vista come un castigo inviato da Dio all’uomo per espiare i peccati commessi, e si invocava San Rocco, protettore degli appestati. I rimedi per curare, o meglio per arginare il propagarsi del morbo erano per lo più i salassi e l’isolamento dei malati e le sepolture di massa fuori dalle mura cittadine per evitare che i miasmi dei cadaveri in decomposizione infettassero i cittadini:

Per difendere i sudditi e se stessi dalla “morte nera”, il Consiglio degli Anziani varò i soliti provvedimenti: i vivi, chiusi dentro le mura; i morti seppelliti fuori.

Per quanto riguarda la nobiltà, il rimedio migliore rimaneva sempre fuggire il più lontano possibile dall’area del contagio, magari in qualche possedimento in cui la peste non fosse ancora arrivata, come Francesco Gonzaga, che conduce Agnese e la corte nel castello di Goito.

peste

La difficoltà di essere donne: Agnese, l’onore e il coraggio.

Il Medioevo lo sappiamo tutti, è un’epoca in cui essere donne non era affatto facile. L’uomo era al centro della vita politica e sociale e la donna ha sempre avuto un ruolo subalterno, in quanto considerata creatura fragile e spesso impura. Nelle corti nobiliari la donna aveva un ruolo certamente di secondo piano, non poteva intromettersi nelle questioni politiche, doveva pensare soltanto alle faccende tipicamente femminili, primo tra tutti, donare eredi alla casata regnante. Nel romanzo “Agnese, una Visconti” abbiamo esattamente la percezione di come doveva essere la vita matrimoniale in una corte medievale, grazie all’esempio di due grandi donne: Agnese Visconti e Beatrice Regina della Scala, moglie del Signore di Milano Bernabò Visconti e madre di Agnese. Nonostante la forza d’animo di queste donne, il loro ruolo doveva essere sempre di secondo piano, certamente Beatrice Della Scala, in 30 anni di matrimonio aveva in qualche modo “addomesticato”, se così si può dire, il temperamento focoso del marito, ciò si percepisce anche dal grande rispetto che Bernabò provava per la moglie, allo stesso tempo però doveva sopportare i continui tradimenti e la presenza di un’altra donna nella corte, Donnina Porro di Brianza. Il loro era comunque un matrimonio basato sul reciproco rispetto, non fu così invece per Agnese che, con il carattere forte e orgoglioso ereditato dal padre, aveva sempre osteggiato l’unione con il Gonzaga: si sentiva un’estranea nella corte mantovana, riceveva solo freddezza e disprezzo dal marito, soprattutto a causa dell’astio che intercorreva tra i Gonzaga e i Visconti. Ma Agnese ha dato grande prova di dignità e di orgoglio, difendendo strenuamente la sua famiglia, con un grande senso dell’onore, e andando incontro alla morte come solo le grandi personalità riescono a fare.

 

GIVEAWAY

Dopo aver parlato così a lungo di questo libro avrete sicuramente la curiosità di leggerlo, ed in occasione di questo blogtour potete partecipare all’estrazione del Giveaway seguendo due semplicissime regole:

  1. Visitare la pagina Scrittura&Scritture e mettere mi piace,
  2. Lasciare un commento sui blog che hanno partecipato all’evento.

Una volta completati questi semplicissimi step potrete iscrivervi qui.

L’estrazione della copia del libro avverrà venerdì 20 aprile 2018.

 

Come sempre vi ringrazio per aver partecipato a questa iniziativa leggendo e commentando il mio articolo! Alla prossima 🙂

6 pensieri su “Blog Tour “Agnese, una Visconti””

  1. Per concludere in bellezza questo Blog Tour, questo articolo fa una bella carrellata sugli usi e costumi dell’epoca, sulle abitudini alimentari, sul vestiario e in particolar modo ho gradito la parte riguardante la difficoltà di essere donna nel Medioevo.
    Bellissimo articolo, che aumenta sicuramente la voglia di leggere il libro.
    Complimenti!

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  2. Bellissimo anche questo articolo. Ogni giorno una tappa in più per un’altra bella avventura da intraprendere a breve spero! Complimenti x l’articolo!

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  3. Bellissimo articolo! Ho trovato molto interessante la descrizione degli usi e costumi dell’epoca, in particolare quella del vestiario. Complimenti!

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  4. Bellissimo concludere questo viaggio conoscendo le loro usanze, gli abiti che indossavano e le loro abitudini. È stato davvero un tour molto interessante e mi sono gustata ogni step! Complimenti per l’articolo!

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